L’astronauta e la lavatrice
coppia, Facebook, lavoro femminile, responsabilità, risorse umane e non umane, Sheryl Sandberg
Domani ci troveremo a Napoli per la seconda tappa del nostro tour ‘Risorse umane e non umane’. Tema di quest’anno: Le aziende rinascono dalle persone. In tempi come quelli che stiamo attraversando, le aziende hanno un capitale enorme sul quale contare rappresentato dalle persone che fanno parte dell’organizzazione. Persone che vanno valorizzate e che è importante si sentano coinvolte e parti essenziali di un progetto più grande. È tempo di lasciar da parte inutili personalismi e contribuire, tutti insieme, alla crescita dell’impresa, intesa come luogo all’interno del quale ognuno di noi può trovare un senso all’agire quotidiano. E in questo luogo, le donne, che ruolo hanno? Secondo la pluricitata numero uno di Facebook Sheryl Sandberg ancora troppo marginale. Domani uscirà il suo libro Facciamoci avanti. Le donne, il lavoro e la voglia di riuscire. Una sorta di libro-manifesto, come lo ha definito Enrico Deaglio sulle pagine di Repubblica, dove la supermanager spiega come avere successo in una società dominata da maschi. Le donne, dice la Sandberg, hanno osato molto per poi smettere, hanno perso la voglia di arrivare in cima e sono indotte a rinunciare perché devono tornare a casa ad accudire i figli. Nell’articolo lei stessa racconta di quanto si sia rattristata la figlia (5 anni o giù di lì) al pensiero di dover rinunciare alla sua carriera di astronauta in quanto la medesima aspirazione viene coltivata anche dal suo amichetto del cuore. La mini-sandberg stessa dà per scontato il fatto di dover rinunciare allo spazio per un confinamento, seppur temporaneo, nello spazio domestico. Urge smantellamento di pericolosi stereotipi anche lì. Perché mai, tuona una delle mamme più potenti del mondo? Urge ridiscutere logiche superate. Certo. La condivisione delle responsabilità familiari in termini più paritetici è un tema che mi trova ovviamente d’accordo. Ma la faccenda non si può liquidare qui. Secondo me occorre ragionare meglio sulla possibile alternanza degli impegni all’interno della coppia, prevedendo un differente coinvolgimento a seconda delle esigenze della vita. Se io partorissi domani mattina non gradirei affatto essere catapultata su Marte, tanto per dire… Magari tra un paio di mesi, giusto il tempo di verificare che mio marito sia atterrato felicemente a Cape Canaveral. L’esempio è forse estremo, ma tutti questi ragionamenti sulla ‘non rinuncia’ hanno senso se, parallelamente si avvia un cambio culturale che ci liberi da stereotipi ancora molto radicati che vedono la donna depositaria delle attività di cura e i l’uomo presidente e amministratore delegato dell’’impresa famiglia’. Bene parlarne, bene anche che ognuno, nella propria dimensione metta in atto comportamenti di vera uguaglianza. Come dire, mentre sono su Marte, a bucato, lavatrice, spesa e gestione della tata, ci pensi tu. Perché di numero uno di Facebook ce n’è, lo di ce la parola stessa, una. Noi comun(e) mortali la partita ce la giochiamo partendo dalle piccole cose.
eugeniobastianon
Perché non aprire “tavoli permanenti di programmazione/mediazione” sugli impegni di lavoro e di famiglia con ritmo anche settimanale all’interno della coppia? La consapevolezza comune che dovrebbe presiedere alla contrattazione/mediazione dovrebbe essere più o meno questa:
i payoff ritenuti vantaggiosi a breve termine e dal punto di vista puramente personale possono risultare a medio-lungo termine molto costosi in quanto mettono a rischio la coppia. Il risultato dovrebbe essere che una volta si privilegiano gli impegni professionali del marito e la donna si assume gli impegni di casa mentre la volta successiva hanno la meglio gli impegni di lavoro della donna e spettano al marito gli impegni di casa. E’ questo l’equilibrio di Nash nel gioco “storico” sulla vita di famiglia: la battaglia dei sessi. Il movimento femminista ha sempre osservato, infatti, che, in realtà nella vita di coppia non si è mai cercato l’equilibrio di Nash, scaricando tutto il peso sulla donna. In un altro mio intervento ho già fatto notare che, comunque, l’equilibrio di Nash non assicura i risultati migliori e che potrebbe essere più utile giocare la fiducia e la reciprocità. Ma in presenza del permanere del conflitto, e della visione strategica sulla coppia limitata al breve termine, anche l’equilibrio di Nash può andar bene.
Valentina Conte
CIAO A TUTTI. SECONDO ME IL SEGRETO IN TUTTE LE RELAZIONI, SPECIALMENTE IN QUELLA DI COPPIA, è IL DIALOGO. BISOGNA, A MIO AVVISO, CHIARIRE DA SUBITO I RECIPROCI OBIETTIVI ED ASPETTATIVE, IMPOSTANDO GIA’ UN RAPPORTO DI COPPIA E FAMILIARE PARITARIO, BASATO SULL’INTERSCAMBIO. CERTO NON SI PUO’ ATTENDERE L’ARRIVO DI UN FIGLIO PER MODIFICARE COMPORTAMENTI MAGARI MALE IMPOSTATI IN PARTENZA. NOI DONNE DOBBIAMO SOLO AVERE IL CORAGGIO DI DIFENDERE LE NOSTRE AMBIZIONI, SOGNI E ASPETTATIVE E COMBATTERE PER VEDERLE REALIZZATE. E’ UN NOSTRO DIRITTO, POICHE’ I DIRITTI, LA STORIA DI INSEGNA, NON HANNO SESSO, COLORE, PARTITO: SONO UGUALI E IMPRESCINDIBILI PER TUTTI.
BUONA GIORNATA
VALENTINA
eugeniobastianon
“avere il coraggio di… combattere per vederle realizzate”: la teoria dei giochi evolutiva (Maynard Smith) suggerirebbe: avere la saggezza che permette di individuare strategie miste – falco/di combattimento e colomba/di cooperazione – per vederle realizzate…