La sfida della cura

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Di cosa si occuperanno nel 2014 i direttori del personale? Per rispondere alla domanda la nostra casa editrice insieme con OD&M ha condotto una ricerca presentata ieri da Simonetta Cavasin, General Manager di OD&M Consulting e Rossella Riccò Senior Consultant Area Studi e Ricerche di OD&M. I risultati sono consultabili sul nostro sito www.este.it. Mi limito qui a un veloce commento. Parto dai dati. Che a una prima lettura possono sorprendere. La prima sfida per i responsabili del personale è la motivazione. Mentre la gestione del work life balance, il benessere, il diversity sono considerate sfide ‘non percepite’ pur aumentando comunque in importanza percentuale dal 2013 al 2014. I dati possono quasi apparire contraddittori. Come si fa a motivare senza dedicare attenzione ad aspetti che sembrano effettivamente essere molto importanti per le persone? Pensiamo ad esempio che questo giovedì sarà la giornata del lavoro agile. Il Comune di Milano sostiene iniziative che favoriscono la flessibilità e conciliazione. Tutto questo ha come obiettivo avere dipendenti più motivati e quindi più produttivi. (L’aumento della produttività è una sfida percepita). Evidentemente la risposta alla motivazione non è da ricercare nell’attenzione che le aziende dedicano al work life balance. Ricondurre la motivazione al benessere delle persone rischia di essere forviante, quantomeno limitativo. Questo allora apre una riflessione su come intervenire per stimolare la motivazione. Perché, racconta Nadia Bertaggia, Hr e Organization Director di Sodexo Italia, per essere motivate le persone devono essere in equilibrio, per questo sorprende che work linfe balance e benessere non rappresentino una priorità. Certo, puntualizza Nadia, in tempi di crisi, la priorità è la salvaguardia del posto di lavoro. Come dire, per lavorare bene bisogna prima di tutto essere nelle condizioni di lavorare. E, di questi tempi, nulla va dato per scontato. Ecco che, proprio alla luce del contesto e della sua complessità, l’abilità di chi gestisce le persone è proprio quella di prendersi cura con iniziative anche ‘a costo zero’, come ha sottolineato anche Elena Panzera, Human Resources and CSR Director di SAS Institute. Chi si occupa di persone ha il compito di creare un significato organizzativo all’interno del quale le persone trovano un loro senso. Ecco allora che la motivazione passa proprio per queste sfide classificate come ‘non percepite’, perché insite nel dna di chi fa una professione che trova nella cultura della cura i suoi principi fondanti. 

 

 

Comments (2)

  • Direi di sì. Riprendere il pensiero di Weick può aiutare. Diceva Weich che
    la realtà non ha senso se la consideriamo a prescindere dal significato che gli individui le attribuiscono. E nell’attribuzione di questo significato tutti coloro che si occupano di persone hanno un ruolo chiave.

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