L’intuizione della realtà
Andrea Santangelo, conciliazione, fiducia, Gabriel Garcia Marquez, Johannes Vermeer, lavoro femminile, Lia Celi, Mai stati meglio, pay ga, work life balance
Mai stati così fragili. Siamo vittime di una dilagante cultura dell’instabilità e di un sistema che la alimenta.C’è una sottocultura che cerca di convincerci del fatto che non possiamo fare nulla da soli e abbiamo bisogno di guide per qualsiasi cosa, dall’organizzazione della vita familiare alla gestione degli eventi importanti della vita (nessuno si azzarderebbe più a organizzare un matrimonio senza un wedding planner, salvo poi contattare a stretto giro un divorce manager…). Siamo talmente impegnati a farci aiutare per qualsiasi cosa che quasi dimentichiamo il senso stesso delle cose. E questo alimenta un’enorme ansia, tanto che produttori di ansiolitici e antidepressivi non sono mai stati meglio. Corriamo in modo talmente frenetico che poi dobbiamo precipitarci a fare yoga per rilassarci ma quando ci siamo ben rilassati non sappiamo cosa farcene di tanta (momentanea) tranquillità che cerchiamo subito dopo qualche altro motivo di stress. Basta dimenticare a casa il cellulare per cadere in un baratro di incertezza. Non sapremmo più nemmeno telefonare a nostra madre, tanto abbiamo disimparato a memorizzare le cose essenziali… L’onda del lamento che tutto travolge non risparmia nulla, nemmeno naturalmente la tanto vituperata questione femminile. Mai le donne sono state umiliate, uccise, sottostimate, sottopagate come in questo periodo. Urge un cambio di passo. Tutto vero, urgente alimentare una cultura che sostenga la donna, la famiglia, la conciliazione. Non a caso nella vignetta pubblicata ieri dal settimanale IoDonna del Corriere della Sera si ritrae l’unico soggetto che non può beneficiare della festa del lavoro, la donna, appunto, perché i pannolini si cambiano anche il primo maggio… Ma mi piace anche pensare che si può leggere questo contesto anche con altri occhi. Mi aiutano in questa analisi Lia Celi e Andrea Santangelo che hanno appena pubblicato l’esilarante ‘Mai stati meglio’, un saggio che ci aiuta a rileggere il presente confrontandolo con gli eventi della storia. E che porta gli autori a dire che il nostro presente non è un film dell’orrore, ma un momento entusiasmante. La storiografia pullula di femminicidi per adulterio, tanto per dire. Qualche terribile caso della nostra cronaca presente ci dimostra che qualcuno non si è accorto di avere scavallato il 21mo secolo e pensa di poter disporre a piacimento di un corpo altrui e per questo sì, non sottovalutare il tema è importante. Ma se cercassimo di guardarci e guardare con più obiettività alle nostre vite ne ricaveremmo un quadro meno sfiduciato di quello che ci propagano giornali e tv. Smetterla di passare le giornate fissando lo schermo del nostro smartphone e guardarsi intorno potrebbe già essere una buona cura. Per dire, ho visitato con i miei figli la mostra di Vermeer e, al di là della meraviglia dei dipinti, mi ha meravigliato anche la folla di ragazzi, bambini, famiglie in coda in una giornata di sole per lasciarsi incantare dal volto della ragazza con l’orecchino di perla. Di tanti ragazzi che si lasciano catturare da uno sguardo dovremmo avere più fiducia. Qualche bamboccione, come li hanno definiti, ci sarà, ma ce ne sono anche tanti, tantissimi pieni di entusiasmo. Come diceva Gabriel Garcìa Marquez, dietro la realtà, ce n’è un’altra messa in luce da un’intuizione poetica. Dietro una realtà che ci appare incerta e fragile, ce n’è sempre un’altra. Sta a noi catturarla.
eugenio bastianon
I giovani sono sorprendenti ed entusiasmanti: lo dice uno che da anni fa l’insegnante
Mariateresa Magarini
“mai stati meglio “…? Mha ! Quello che è certo è che adesso è il nostro turno e adesso dobbiamo giocarcela. Tutta.
Sto leggendo un romanzo ambientato nel Medio Evo e quindi spesso rifletto su come sia più semplice vivere ai nostri giorni.Ma,tralasciata questa ovvietà,la domanda successiva è:quali e quanti sono adesso i pericoli a cui siamo esposti? In ogni periodo storico del passato,possiamo individuare le difficoltà e le insidie che affliggevano i nostri avi. Adesso che tutto è più sofisticato,più globalizzato,anche le insidie sono più subdole,difficilmente identificabili e,talvolta impossibili da governare da parte del singolo.Desiderio di conoscere,forza d’animo,determinazione e impegno sono ingredienti importanti per affrontare le situazioni e,soprattutto tra i giovani,non dovrebbero mai mancare…Buona Fortuna a tutti noi !
Lia Celi
Il titolo giusto sarebbe stato “mai state meglio” perché malgrado ci sia ancora tanto da fare noi donne abbiamo libertà e opportunità di cui non abbiamo mai goduto prima. Quanto alle insidie, non è che la peste o la guerra dei Trent’anni fossero tanto più governabili da parte del singolo… insomma, con la paura non si va da nessuna parte, e nemmeno con le lamentele e l’autocompatimento, attività in cui noi italiani siamo specializzati. E che fra l’altro sono un pessimo esempio per le nuove generazioni, già demoralizzate quando dovrebbero prendere in mano la propria vita e cambiare il mondo!
Mariateresa
Un’ insidia è , era, sarà sempre una situazione difficile da affrontare.
Ciò premesso, senza per nulla sminuire i pericoli del passato, ribadisco che oggi ci troviamo ad affrontare
problematiche che non hanno soluzione se non attraverso decisioni collegiali che vedono come attori più figure: banche,capi di stato,economisti, organizzazioni internazionali.. Decisioni che volenti o nolenti,pessimisti o ottimisti,passano sopra le nostre teste ( sopra la mia di sicuro ). Questo era il concetto che intendevo esprimere . Vorrei anche sottolineare che non sempre la mancanza di ottimismo è da etichettare come pessimo esempio per i giovani. In una realtà dove i genitori perdono il lavoro, dove spesso il primo sbocco lavorativo è un call center,ostentare ottimismo sarebbe fuori luogo.