Il welfare per le mamme
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Cresce il numero delle donne occupate. L’Istat registra una percentuale del 48,8%. Un valore lontano dagli obiettivi europei che ‘raccomandavano’ un tasso del 60%, ma comunque un dato positivo. Certo, come tutti i dati, vanno interpretati. Innanzitutto la percentuale non è omogenea sul nostro territorio e il tasso di occupazione delle madri resta inferiore, le donne che abbandonano il lavoro alla prima maternità sono ancora troppe. I problemi strutturali rimangono alla ribalta: conciliazione, scarso supporto da parte delle istituzioni, condivisione dei ruoli genitoriali ancora poco interiorizzata e, soprattutto, scarsamente messa in pratica condizionano ancora l’occupazione femminile. Paola Profeta, docente Bocconi, ci aiuta nell’interpretazione di questi dati: il modesto aumento che registriamo – scrive oggi sul Sole 24 Ore – stride con gli enormi progressi compiuti dalle donne italiane nel campo dell’istruzione: da oltre un decennio la percentuale di donne laureate è maggiore di quella degli uomini. Ogni anno su 100 ragazzi che si laureano, almeno 60 sono ragazze, erano 25 sessanta anni fa. Passi da gigante, riconosce Profeta, anche se bassa fecondità e bassa occupazione femminile rappresentano ancora una ‘trappola’ dalla quale uscire. Le donne guadagnano ancora meno degli uomini e la percentuale delle donne manager in Italia è del 22% rispetto ad una media europea del 29%. La scelta del percorso di studio – ancora molto diffusa la scelta delle materie umanistiche – preclude molte opportunità e una ricerca condotta da Boston Consulting Group e Valore D identifica anche altri elementi frenanti: la cultura aziendale, la scarsa chiarezza dei percorsi di carriera e gli impegni familiari. E qui torniamo al punto dolente di sempre: il welfare per le famiglie. Questo è il vero nodo. L’occupazione femminile cresce, il dato pubblicato oggi ci fa dire che il Governo deve proseguire in modo deciso nel sostegno alle politiche di welfare. Le donne, e lo ha dichiarato questa mattina anche il Ministro Poletti, rappresentano una risorsa fondamentale per la crescita del nostro Pil. Ma il vero tema, che ancora oggi non trova risposte adeguate, è il sostegno alla maternità. Tutte le politiche per la prima infanzia vanno incentivate. Che le donne debbano rinunciare alla maternità per ricoprire ruoli di responsabilità, come ribadisce anche la ricerca condotta da BCG, è uno stereotipo. Uno dei tanti che dobbiamo riuscire a scalfire. In Este stiamo lavorando a un libro che uscirà a dicembre. Una narrazione che parte delle nostre esperienze di mamme al lavoro. I problemi si somigliano, le soluzioni invece possono essere creative e ogni azienda può trovare le proprie. Ci deve essere la volontà.