Per chi stiamo scrivendo? Mettersi nei panni del lettore, mettersi nei panni dell’altro. Questo dovrebbe fare chi scrive. Così inizia il suo seminario sul Business writing che si tiene oggi a Milano Francesco Varanini.
Direi che mettersi nei panni dell’altro e’ un esercizio che dovremmo fare più. Se tutti lo facessimo, nelle nostre organizzazioni staremmo meglio. O no?
Luisa conosce le organizzazioni. Le ha vissute dal di dentro prima e come consulente oggi. Ne ha per molti anni osservate le dinamiche e, per affrontare il tema del potere, ha ragionato insieme con altre donne, altre manager che hanno contribuito a riflettere sull’organizzazione. Perché le donne, mediamente, non si trovano a loro agio, faticano a riconoscersi in modelli che non sono stati pensati per loro. C’è un senso di estraneità che pervade la donna manager, una difficoltà a confrontarsi che forse sta all’origine di molti malesseri.
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Federica scrive: “Ciao ho 38 anni e da 12 lavoro nelle risorse umane di una società del gruppo Fiat Industrial… da dirigente… abbastanza disperata… nonché neo mamma di Giorgio che ha 9 mesi. Ho letto con molta attenzione alcuni dei tuoi articoli, con interesse e ahimé con un po di tristezza… ma una tristezza ‘costruttiva’ direi di quelle che ti spingono al cambiamento, che ti rendono consapevole, come giustamente scrivi, che quel work – life – balance tanto decantato e cercato come una chimera, forse non esiste davvero… A volte però in questa continua ricerca ci sentiamo un po sole e ci sembra di essere le uniche a cercare; e invece leggere il tuo sito mi ha aiutato a fermarmi un attimo, respirare e finalmente pensare davvero a cosa sto cercando! Grazie”.
Incinta, donna, sotto i quarant’anni. Ecco tre requisiti essenziali per essere tenute fuori dalle stanze che contano. Non in America però, dove Marissa Mayer è appena stata nominata amministratore delegato di Yahoo. Anche tra le 50 donne più potenti del pianeta secondo Forbes, così, tanto per non far mancare nulla al cv. La nostra stampa impazza. “Da noi non può succedere, resta un sogno, bello, ma irrealizzabile”. Inutile nascondersi. L’aria che si respira è quella. Da noi si fanno firmare ancora le dimissioni in bianco, le donne si licenziano, semmai. Eppure io una storia al contrario la conosco. Si tratta di Alessandra, da anni viene a parlare ai nostri convegni dedicati alle risorse umane e, sempre con piacere, racconta la sua storia. Quando ha fatto il colloquio di selezione nell’azienda dove ora è Chief Operations Officer, dopo essere stata a capo dell’Hr, era incinta. L’azienda l’ha assunta e la ragazza ha fatto carriera. Qualche storia da raccontare ce l’abbiamo anche noi, e il blog anche a questo serve. A trasmettere storie positive.