Dopo due anni di incarico presso il dipartimento di Stato Americano, Anne-Marie Slaughter dichiara di essere stata costretta a tornare all’insegnamento universitario, non perché non amasse il suo lavoro o fosse stufa della politica, ma perché le era impossibile destreggiare la sua carica con le esigenze dei due figli teenager. Leggo la notizia sul Corriere della Sera del 23 giugno. Tre giorni dopo la presentazione del mio libro Ci vorrebbe una moglie.
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Già, il senso. Ha senso raccontare da dove vengo per capire l’atteggiamento verso la vita, il lavoro, le relazioni. Mio padre, già quarant’anni fa mi ripeteva che i confini non hanno senso, che il mondo è grande, che le opportunità bisogna andarsele a cercare. Mi diceva anche dovevo sempre pormi in una situazione di vantaggio, che dovevo poter essere libera di scegliere. Ma che per farlo avrei dovuto studiare, lavorare tanto. Lui voleva un figlio maschio, mi diceva sempre che se fosse nato un maschio l’avrebbe chiamato Paolo.
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Ore 8,35: rispondo alla prima mail del mattino
uongiorno, ho ricevuto il materiale.
Le manderò una bozza prima possibile. Forse già domani.
La contatterò se avrò bisogno di altre info.
Grazie Chiara
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Nell’elenco dei miei personalissimi piaceri ce n’è uno che sta in cima alla classifica: svegliarsi e rimanere a letto a leggere, avendo la certezza che nessuno ti parla, ti chiede qualcosa, reclama qualcos’altro. Senza che suoni il telefono. Chi minimamente mi conosce può immaginare che l’evento sia piuttosto raro. Ma può raggiungere, in qualche caso, livelli di estasi. Quando sono al mare, ad esempio.
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