Quest’anno in casa mia facciamo i conti con esigenze diverse: i miei figli devono cenare quasi tutte sere alle 7 per poi correre ai loro allenamenti di basket e io a quell’ora sono ancora in ufficio. A volte corro a casa e butto la pasta, a volte no.
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Il pensiero femminile, quando produce innovazione, si chiama buonsenso. Si fatica ancora ad attribuirgli la dignità di ‘nuova pratica di management’. Ricevo questa riflessione dall’amica Luisa Pogliana e, con piacere, la condivido.
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Ieri è nata Viola, la figlia di Dario, il nostro caporedattore. La bimba sta bene, la mamma anche. Il papà è lievemente scosso. Mi chiama e mi dice che un uomo non potrebbe mai sostenere uno sforzo simile e sopportare un dolore così grande. Annuisco al telefono. Lo tranquillizzo. È un dolore che si dimentica, altrimenti tutte le mamme al primo figlio darebbero forfait.
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Stanotte finalmente l’ho capito, perché continuano a fabbricare rotonde: per farci capire che il nostro destino è sbagliare strada.
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