Dal 12 agosto e’ scattato l’obbligo. Nei CdA delle società pubbliche e di quelle quotate in borsa la componente femminile deve salire al 33%. Un lavoro impegnativo, le aziende in regola sono poche ma l’adeguamento e’ d’obbligo, pena lo scioglimento del consiglio d’amministrazione. Cosa succede per chi non si adegua? Per le aziende private, in seguito a un primo richiamo a distanza di tre mesi scatta la sanzione economica, da 100 mila a un milione di euro, dopo 4 mesi e’ previsto lo scioglimento del CdA. Per le società pubbliche non e’ prevista una sanzione economica, ma dopo un primo richiamo verra’ sciolto il consiglio. Alla Consob il compito di controllare le società quotate mentre quelle pubbliche verranno vigilate dal Ministero delle Pari Opportunità. Una legge che incide sulla cultura perché prevede l’effettiva partecipazione delle donne. Vedremo.
Anche in India si cerca moglie su internet e le agenzie matrimoniali si attrezzano e profilano il target. Cosa cerca l’uomo indiano? Da una recente indagine emerge che le spose piu’ ambite sono l’esatto contrario delle donne in carriera. Il cacciatore tipo, professionista o colletto bianco di multinazionali, aspira a una vita tranquilla e ‘tradizionale’, non avendo bisogno di un secondo reddito. Nulla di nuovo, le virtù delle donne con le gonne erano gia’ state decantate dal nostro Roberto Vecchioni. Siamo sicuri che le rassicuranti casalinghe piacciano solo agli indiani?
E’ un problema di cultura e di educazione. Ma soprattutto di normative non applicate. Sulla carta l’Italia ha leggi all’avanguardia per la tutela delle lavoratrici e della maternità. Oltre che della paternità. Sul piano teorico. Questo il problema, come ha individuato l’autore della recensione al mio libro che potete leggere a questo link: http://www.piaceridellavita.com/cercasiuomo-responsabile.html
Edoardo Segantini pubblica sul blog del Corriere della Sera ‘La ventisettesima ora’ un post dedicato alle mie riflessioni sul lavoro femminile. Trovate l’articolo al link: http://27esimaora.corriere.it/articolo/in-bilico-tra-carriera-e-figliperche-non-troviamo-una-risposta/#more-5413.
Le donne in bilico tra carriera e famiglia non trovano risposte perché non ci sono, non esiste un equilibrio ma un continuo gioco di sopravvivenza le cui regole sono oscure e differenti per ognuno. Tra i commenti dei lettori mi ha colpito chi scrive che non condannerebbe una donna che decide di stare a casa per star dietro ai figli. Ci mancherebbe! Il punto è che, premesso che il lavoro ci sia (questo è il vero dramma dei nostri tempi), cercare di mantenerlo e allo stesso tempo fare la moglie, e soprattutto la madre, può rivelarsi un’impresa meravigliosamente complicata. E se, come commenta un altro lettore, non c’è una regola che dice che tutto deve essere portato avanti per forza, come mai a ‘scalare le marce’ sono sempre le donne? E poi, perché bisogna sempre ragionare in termini di rinuncia? Non è davvero pensabile impostare relazioni familiari in cui le responsabilità siano davvero condivise?