“Proponetevi per le promozioni!, esorta Laszlo Bock, manager di Google. Se una donna dice di sentirsi pronta, lo è già da un anno”. Ma come mai le donne raramente si sentono pronte? Un po’ più di self-confidence, sarebbe d’aiuto. Ci sono le competenze, manca forse la voglia di rischiare e di confrontarsi su terreni poco conosciuti.
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“Non basta essere genitori per istinto, per scelta, per amore. Il vero lavoro inizia dopo” leggo in un articolo a commento dell’iniziativa promossa da David Cameron a sostegno dei genitori, che Oltremanica ha scatenato pareri opposti. Credo ci siano analogie tra l’essere genitori e l’essere leader. In entrambi i casi bisogna essere capaci di far crescere le persone sapendo individuare e valorizzare le capacità.
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Dovremmo ragionare di più sulle parole. E sul loro senso. La crisi che ci ha travolti ha impoverito anche il nostro linguaggio. Non ce n’era bisogno. Ma alla crisi economica corrisponde una drammatica decadenza lessicale. Che raggiunge livelli drammatici nella comunicazione scritta. Gli SMS hanno impoverito la nostra comunicazione: le inoffensive vocali sono sparite, le parole sono violentate da ‘k’ senza senso, la punteggiatura, cosa dire… pleonastica.
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‘Carriera? È più importante la famiglia’
Se il direttore del settimanale femminile che riporta l’articolo fossi io quel titolo non sarebbe uscito. È ora di dire basta a messaggi che, seppur provocatori, ci portano a ragionare in termini di separazione. O una cosa, o l’altra. Nel caso specifico, o la famiglia o la carriera. Tutte e due in natura non esistono. Vuoi una famiglia felice e dei bambini che crescono sani e vanno bene a scuola? Fai come Sheryl Sandberg, numero due di Facebook che tutti i giorni lascia l’ufficio alle 17.30.
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