Ci vorrebbe un marito?
bambini, lavoro, libertà, marito, moglie, problema
Di Pino Azzati
Il titolo gia di suo è molto interessante, vorrei aggiungere che potresti inserire nel libro anche il capitolo “Ci vorrebbe un marito” perchè in alcuni casi (vedi il mio) quando perdi un lavoro, (cosa che attualmente succede a tanti) che per tanti anni ha contribuito alla realizzazione di tua moglie sia in termini economici che di stima ed autostima, avresti voglia che almeno da parte della moglie, soprattutto se lavoratrice, ci fosse una compartecipazione al tuo problema, un venirti incontro, una maggiore attenzione, mentre invece… ti ritrovi a sentirti dire ‘benissimo adesso finalmente anche tu ti dovrai occupare dei bambini, della spesa, dell’immondizia’; cose che ti vengono richieste anche con una certa perfidia come a dire: ‘bene adesso prova anche tu cosa significa lavorare e gestire la famiglia’. Francamente l’avrei voluto fare (anche perchè nei fatti è giusto) per libera scelta e non almeno nel mio caso, per una imposizione dovuta alla perdita di una occupazione.
Tutto questo non mi ha fatto scoprire le gioie del focolare, ma ha creato in me, una grossa ricerca di libertà. Cara Chiara, spero che questa mia storia possa a torto o ragione servirti come spunto per un capitolo, affinché le mogli nel malaugurato caso che i propri mariti dovessero trovarsi nella mia situazione, possano riflettere almeno cinque minuti prima di dire o fare qualsiasi cosa.
Chiara Lupi
Caro Pino,
diciamo che, indipendentemente dal genere, ci vuole qualcuno su cui contare, marito o moglie che sia. Il vero problema è questo.
Ci vorrebbe una moglie è volutamente ironico proprio perché l’autrice è una donna. Avrei potuto scrivere genericamente ‘Ci vorrebbe qualcuno’, ma non avrebbe avuto lo stesso effetto.
Chiara
Paola
Ecco il punto. Scrive Pino “quando perdi un lavoro”…
Spesso alle donne viene chiesto di rinunciarvi…si gioca d’anticipo??