Il capodanno estivo
La Stampa, lavoro, libro, pausa, ufficio
Non credo sia solo perché ho figli che vanno a scuola che i miei ritmi sono scanditi dal calendario scolastico. Fatto sta che per me il nuovo anno non comincia il 1° gennaio ma il 1° settembre. E’ a settembre che tutto ricomincia. I tre mesi di vacanza dalla scuola portano con sé un generale ‘rallentamento’ del ritmo. La centrifuga del quotidiano sembra girare un po’ più lentamente, ci si concedono cose ardite, tipo far colazione con tuo figlio al bar alla mattina. A settembre si cambia marcia. Prima che tutto ricominci si può decidere di mandare in vacanza anche il cervello e abbandonarsi alla deriva del ‘pettegolezzo libero’ con la vicina d’ombrellone. Unica concessione intellettuale qualche distratta sbirciatina al sito online del nostro quotidiano preferito. Così, giusto per capire dove siamo. Magari, presi dalla foga del chiacchiericcio assassino, non ci rendiamo conto dell’ennesima maxi-manovra che a settembre ci costringerà a tirar la cinghia ancora di più (spending review è un modo sofisticato per esprimere lo stesso concetto, i termini inglesi sono sempre utili quando si deve indorare la pillola) e il risveglio dal torpore estivo, se troppo brusco, può non essere piacevole (a proposito, ci stanno spacciando questa cosa della spending review come un intervento di grande innovazione. Se qualcuno ce l’avesse chiesto, ai cittadini intendo dire, a qualcuno sarebbe certamente venuto in mente di suggerire alla nostra classe politica di tirare la cinghia, almeno un po’…).
Comunque, chi non volesse tornare in ufficio a settembre senza dare l’impressione di aver passato le vacanze su Marte, può sempre portare con sé qualche libro. Anche perché la pausa estiva può essere un’occasione per pensare, o ripensare al nostro lavoro. Per far progetti, magari anche farsi venire qualche idea. Consiglio quindi di limitare lo ‘spegnimento’ del cervello e di utilizzare questo tempo che abbiamo davanti per pensare, a noi, a quel che possiamo fare, a come possiamo fare meglio il nostro lavoro. A cosa di diverso possiamo fare se lo desideriamo. Se è vero che con l’anno nuovo fioccano i proponimenti, settembre è il momento giusto per partire o ri-partire con un altro ritmo.
Ci suggerisce qualche lettura Walter Passerini (che ringrazio per aver citato anche il mio libro) sulle pagine de La Stampa:
Buona lettura e buone vacanze.
p.s. il blog non chiude, vedrò di tenere a bada le vicine d’ombrellone e lo aggiornerò con qualche post ‘da spiaggia’.
nelly
La leggenda familiare narra che io abbia cominciato a leggere ancora prima di andare a scuola, forse vedendo quel programma che nella tv dell’epoca si chiamava “Non è mai troppo tardi” ed era stato pensato per insegnare a leggere e a scrivere agli italiani adulti analfabeti (sì, eravamo negli Anni 60, e così ecco svelata la mia età!)
Qiesta premessa per dire che per me i libri sono essenziali come l’aria, sono dei meravigliosi compagni di viaggio e di vita (e il vero scoramento risale alla prima volta che da piccola entrai in una biblioteca e mi resi conto con sgomento che mai sarei riuscita a leggerli tutti…)
Leggere ti aiuta a capire, ad essere informato, a saper cogliere le differenze, a vedere oltre le apparenze… E’ un diritto (o tale dovrebbe essere, perchè ci sono ancora tante persone che non possono farlo).
Però è un sacrosanto diritto anche scegliere cosa leggere: per questo mi infastidiscono alquanto alcune politiche commerciali delle case editrici, che promuovono spazzatura (vedi “50 sfumature di grigio” e affini)e ignorano libri arguti e intelligenti. Tra questi ultimi mi fa piacere mettere quelli di Camilleri, di Carofiglio, di Arundhati Roy, di Gad Lerner, di Susan Abulhawa, di Jostein Gaarder, di Amelie Nothombe e, ultima ma solo in ordine di apparizione perchè l’ho scoperta da poco, di Chiara Lupi!!