La potenza della cura
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Questa settimana ci siamo trovati a Torino per incontrare i direttori del personale del Piemonte. Un’occasione per approfondire i bisogni della regione, per confrontare le sfide del territorio rispetto alle sfide complessive degli hr del nostro Paese. I grandi temi industriali trattati nelle pagine dei giornali vengono reinterpretati dai direttori del personale e calati nelle loro realtà di riferimento. Il direttore del personale, al pari dei suoi colleghi nelle altre funzioni, è immerso in un’epoca di grandi trasformazioni e deve accettare che non ci sarà mail un momento tranquillo per gestire con serenità gli eventi del presente.
Tutti noi dobbiamo imparare a vivere nella complessità, dobbiamo saper cogliere le opportunità gestendo le paure e, soprattutto, senza rimanere vittime di attacchi di nostalgia verso un passato nel quale la vita aziendale era, forse, di più facile gestione. Un tempo c’era un libretto di istruzioni, oggi non esiste un libro delle regole che delimita gli ambiti di responsabilità. Oggi, nelle correnti fluide di cambiamento, bisogna alimentare una cultura della collaborazione affinché la ricerca di nuove soluzioni sia il risultato della volontà di ognuno di dare un contributo attraverso il proprio bagaglio di conoscenze.
Per questo non servono leader che comandano ma leader in grado di creare le giuste connessioni, che sappiano stimolare sperimentazione e ricerca. Consapevoli che il cambiamento è continuo, bisogna maturare un’attitudine ad apprendere anche se apparentemente non ne abbiamo il tempo. Il segreto è affrontare ogni giorno con il desiderio di imparare qualcosa di nuovo – in questo avremmo tanto da imparare dai bambini… – e incentivare la collaborazione. Anche per questo la capacità di collaborare per raggiungere i risultati aziendali inizia ad essere misurata, e premiata. In fondo se non c’è il libretto di istruzioni abbiamo l’opportunità di creare nuove regole, ma dobbiamo essere formati per farlo…
Le donne hanno una maggiore inclinazione a sperimentare. Forse perché molti territori sono stati loro preclusi per molto tempo e si affacciano con uno sguardo meno ‘contaminato’ da esperienze passate che in questo nuovo mondo, se utilizzate, rischiano di essere poco efficaci. Il fatto è che le donne sono ancora poche, o quasi totalmente assenti, ad esempio dalle posizioni di vertice in ambito produttivo. Plant manager donne le contiamo sulle dita di una mano e servono progetti per favorire la crescita di queste professionalità al femminile.
Alimentare la collaborazione e favorire la partecipazione si può, ma è necessario da parte delle aziende un lavoro di cura più impegnativo. E anche qui la mancanza del libretto di istruzioni si fa sentire. Le persone sono enormemente più fragili, il cambiamento continuo tende a destabilizzare, servono continui riconoscimenti per evitare un senso di inadeguatezza facile ad alimentarsi. Ecco che anche le politiche di retention richiedono continui ripensamenti, le organizzazioni devono ridiscutere le regole della rappresentanza, devono saper identificare i nuovi bisogni delle persone e dare risposte efficaci. Le mamme che avano bisogno dell’asilo ora potrebbero avere un genitore anziano da curare…
Alle organizzazioni servono persone ingaggiate, che condividano e sposino la cultura aziendale. Per stare con questo livello di ingaggio all’interno dell’organizzazione nessuno può prescindere dal farsi delle domande. Come voglio evolvere? Che percorso di crescita voglio intraprendere? Che persona vorrò essere tra dieci anni? Quali saranno i miei bisogni?
Purtroppo viviamo in una dimensione che ci ancora ad un eterno presente. Il futuro è scomparso dall’orizzonte della progettualità politica, anche la vecchiaia viene spostata sempre più avanti. Ci vogliamo sentire tutti eternamente giovani salvo poi lamentarci se la nostra età pensionabile si allontana. E questo è già un elemento che pone le aziende di fronte alla necessità di pensare ai futuri assetti dell’organizzazione. Chi ha svolto un lavoro usurante per anni dovrà necessariamente trovare una collocazione differente, che lo traghetti verso la pensione. Per questa ragione le aziende devono diventare luoghi dove si crea conoscenza, per consentire alle persone di trovare una loro dimensione organizzativa all’interno di un ciclo di vita che si allunga. Per questo il people management resta una funzione chiave e il direttore del personale è quella figura che nel contesto fluido di cambiamento sa costruire ancoraggi solidi e sa contribuire alla costruzione della consapevolezza necessaria per affrontare le evoluzioni dei ruoli. I ruoli semplici non esistono più, va coltivata, a ogni livello, la cultura del lavoro. E questa sarebbe già una buona premessa per stare tutti un po’ meglio.
Le aziende, oggi, hanno la responsabilità di costruire dimensioni all’interno delle quali le persone possano svolgere il loro ruolo di attori organizzativi. E tutto passa dalla cura.
Ne parleremo a WellFeel l’incontro dedicato al benessere organizzativo e welfare aziendale che si terrà a Milano il 12 e 13 giugno.
Modalità di partecipazione: https://www.este.it/eventi-per-data/596-wellfeel-benessere-organizzativo-e-welfare-aziendale.html#modalita-di-partecipazione