La sconvenienza del coraggio
Andrea Camilleri, coraggio, differenza, Giustiniano, paura, Teodora di Bisanzio, vittoria
“Gli storici affermano che Teodora non si limitò ad essere soltanto la moglie di Giustiniano, cioè di colui che liberò Roma dai Goti e raccolse il un corpus unico tutte le leggi del diritto romano, vale a dire il fondamento della civiltà giuridica del nostro mondo, ma ne fu anche la prima collaboratrice negli affari di Stato e, soprattutto, l’ispiratrice di alcune importante riforme sociali. Tra l’altro, e non è cosa da poco, fu donna che seppe dimostrare un grande coraggio personale. Procopio di Cesarea, lo storico dell’epoca giustinianea, riporta il discorso improvvisato che tenne ai generali e ai consiglieri dell’imperatore durante la rivolta di Nika, i quali non vedevano altra strada di salvezza che nella fuga. Teodora s’intromise nei concitati e contrastanti pareri esordendo con malcelati disprezzo e ironia: «Penso che nelle presenti condizioni sia trascurabile la sconvenienza che una donna sia più coraggiosa degli uomini e proponga soluzioni che richiedono audacia a chi invece dimostra paura». Convinse tutti a resistere. E così Giustiniano poté fregiarsi di un’altra vittoria”. Questa la descrizione che Andrea Camilleri nel suo ‘Donne’ ci fa della moglie dell’imperatore Giustiniano. Il mio augurio è che le donne assomiglino sempre più a Teodora; che trovino il coraggio per essere ‘sconvenienti’ e imporre, se necessario, un punto di vista differente. Il nuovo anno che sta arrivando potrebbe iniziare con questo auspicio.
Ilaria
Difficile trovare persone, donne o uomini, che nelle aziende di oggi abbiano il coraggio di essere sconvenienti. Purtroppo non paga.
Morgana
Verissimo Ilaria, purtroppo è un fatto più unico che raro trovare persone con il coraggio e la libertà di essere sconvenienti, sia nella vita sia nelle aziende. Il sistema richiede di essere allineati e se non ci si allinea si è fuori. Il sistema, e tutti quelli che ci lucrano sopra e dentro, non permette voci fuori dal coro, non permette pecore nere: si premia per lo più chi abbassa la testa e chi è in linea, mentre si esclude chi la pensa diversamente. Questa è la tristissima realtà di una società fatta da molti pecoroni, gente che segue la massa, gente che segue chi fa la voce più grossa. E purtroppo anche tante donne, affascinate dal potere o da chissà quale promessa di vita più piena e completa, si lasciano abbindolare avvallando comportamenti a dir poco discutibili, vivendo nell’omertà e non difendendo il proprio punto di vista.
Quale amarezza ripensare a quelle donne manager conosciute in passato, che non hanno avuto il coraggio di difendere le proprie persone, mandando a farsi benedire verità e giustizia. Sono ancora donne, sì (con quale dignità?), ma manager no: chi è manager deve GESTIRE, non fare il Ponzio Pilato. Ci sono tanti lavori al mondo, se non si sanno gestire le criticità e ci si rimette alle lune di qualche squilibrato a cui è capitato in mano il giocattolino-azienda-grazie-alla-famiglia-benestante-alle-spalle (e non di certo grazie alle proprie capacità), è meglio dedicarsi a un altro lavoro e tentare di lavarsi la coscienza per quanto possibile. Coscienza? Già, coscienza.
djoy
Mi accodo all’auspicio e appoggio appieno Morgana in ogni parola. Non solo come donna: più coraggio e dignità per le persone, di ogni genere, e del lavoro di ognuno.