La sfida delle differenze
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Valorizzare le differenze, concentrarsi sull’inclusione di tutti coloro che potenzialmente possono dare un contributo di valore alle nostre organizzazioni rappresenta una sfida. La convivenza di etnie, lingue e culture diverse è ormai un dato di fatto: la nostra società è sempre più multietnica, multilingue e multiculturale e le nostre organizzazioni saranno sempre più lo specchio di queste pluralità e multiculturalità. All’interno di queste diversità, che devono convivere e devono essere gestite, è necessario allargare lo sguardo e, al di là di garantire a tutti le stesse opportunità, è necessario sapere impostare un impianto valoriale che sia rispettoso delle differenze di cui ogni essere umano è portatore. Per consentire a ognuno di esprimere le proprie potenzialità e, non meno importante, per costruire ambienti di lavoro davvero meritocratici. In un contesto che può contare su questo impianto di fondo, devono essere valorizzate le capacità e il talento dei singoli mentre aspetti quali il genere, l’orientamento sessuale, l’etnia di appartenenza, la disabilità non devono rappresentare un ostacolo per l’espressione delle potenzialità. Al contrario, l’azienda deve essere capace di valorizzare le differenze e metterle a fattor comune, perché portatrici di innovazione, e quindi di business. Ma ragionare in termini di inclusione non è semplice. Gestire le differenze dando a ognuno l’ascolto che merita può non essere un compito facile per chi gestisce le organizzazioni. Perché non esiste un ‘modello organizzativo replicabile’, ogni azienda deve trovare il proprio. Ne parleremo a Milano, il prossimo 13 novembre, nel corso di un convegno organizzato dalla nostra rivista Sviluppo&Organizzazione. Trovate i dettagli a questo link: http://www.este.it/res/convegno_edizione/eid/87/zid/131/p/