Perché le donne fanno paura?
Convenzione No More, donna, femminicidio, uguaglianza, uomo, violenza
Si celebra oggi la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Ne ho già parlato in un precedente post, ma la gravità di quel che accade mi suggerisce di tornare sull’argomento. La violenza domestica è la prima causa di morte nel mondo per le donne tra i 16 e i 44 anni. In Italia viene uccisa una donna ogni 60 ore, sono 113 dall’inizio dell’anno e 73 omicidi sono stati commessi dai partner. Allora chi è il mostro al quale dobbiamo dare la caccia? Il problema forse sta proprio qui, nel fatto che non c’è un mostro, ma una generazione di uomini incapaci di confrontarsi con le donne. L’ha scritto anche l’Osservatore Romano, che parla di violenza ‘mossa dall’incapacità di accettare l’emancipazione femminile. Che la donna sia diventata cittadina a pieno titolo – si legge nell’articolo – è un giro di boa troppo grande da accettare. E la crudeltà allevia momentaneamente le frustrazioni’. Capito? Gli uomini non riescono ancora ad accettare che la donna non sia un soggetto ‘complementare’ (ci hanno provato in Tunisia dove solo una mobilitazione massiccia ha sventato la soppressione del principio di uguaglianza a favore del principio di complementarietà con l’uomo) ma un soggetto ‘uguale’. Per questo è necessario lavorare su un passaggio culturale che, nei fatti, non è ancora avvenuto. Per questo la Convenzione contro la violenza maschile sulle donne No More, con il placet del nostro Presidente Napolitano, è orientata a lavorare sulla prevenzione più che sull’inasprimento delle pene. Ma per lavorare in questa direzione è necessario e urgente trovare riposta a una domanda: Perché agli uomini facciamo così tanta paura?
Mariachiara
Per secoli gli uomini sono stati al centro di tutto perchè solo loro potevano fare certi lavori e il sostentamento della famiglia era a loro carico.
Le donne non potevano fare altro che assoggettarsi all’autorità maschile perchè non potevano lavorare opuure i lavori a cui potevano o dovevano accedere, per necessità, erano talmente umili da non essere presi in considerazione.
L’indipendenza economica che le poteva rendere libere era inaccessibile.
In un secolo tutto questo è cambiato.
L’accelerazione data la progresso dalla tecnologia è stata talmente veloce che la società non è stata in grado di adeguarsi.
La cultura maschile si è trovata a dover gestire una massiccia entrata nel mondo del lavoro delle donne.
A partire dalle ultime guerre mondiali, moltissime donne hanno cominciato a fare lavori che fino ad allora erano riservati agli uomini che combattevano.
E gli uomini, a fine guerra, avrebbero voluto che ritornassero a fare le casalinghe.
Non si può tornare indetro.
Le donne non vogliono tornate indietro.
Gli uomini hanno perso il controllo e questo fatto, in casi estremi, li porta alla violenza fisica.
Quando in famiglia la donna si ribella all’autorità maschile e decide per se stessa, se l’uomo non capisce e accetta la situazione non può fare altro che rispondere con la violenza fisica, che è l’unico “potere” rimastogli.
L’intelligenza, la preparazione scolastica, le capacità intellettuali sono evidentemente pari, anche se diverse, in uomini e donne.
La potenza fisica no.
E’l’ultima arma a disposizione degli uomini per dominare le donne su cui perdono il controllo.
E loro la usano, sempre di più, a tutti i livelli sociali, non ha importanza il livello culturale o di istruzione, è una questione di potere.