Bisogna fondare nuovi patti. Tra le persone e l’azienda e anche tra i membri della famiglia, aggiungo io.
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Quest’anno in casa mia facciamo i conti con esigenze diverse: i miei figli devono cenare quasi tutte sere alle 7 per poi correre ai loro allenamenti di basket e io a quell’ora sono ancora in ufficio. A volte corro a casa e butto la pasta, a volte no.
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Ieri è nata Viola, la figlia di Dario, il nostro caporedattore. La bimba sta bene, la mamma anche. Il papà è lievemente scosso. Mi chiama e mi dice che un uomo non potrebbe mai sostenere uno sforzo simile e sopportare un dolore così grande. Annuisco al telefono. Lo tranquillizzo. È un dolore che si dimentica, altrimenti tutte le mamme al primo figlio darebbero forfait.
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Stanotte finalmente l’ho capito, perché continuano a fabbricare rotonde: per farci capire che il nostro destino è sbagliare strada.
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