Ricevo questa mail che mi fa piacere condividere.
“Ci tengo a ringraziarla per la bella opportunità offerta tramite il blog di condividere impressioni e punti di vista che orbitano intorno all’universo professionale femminile. Ora che nella mia libreria -lasciato volutamente in evidenza- troneggia il suo ultimo libro, mi capita sovente di intraprendere appassionate conversazioni ‘di genere’ con le mie caparbie e pasionarie amiche. La mia esperienza non è propriamente quella di una ‘dirigente disperata’ ma piuttosto quella di una ‘trentenne affannata’ che, insieme a un copioso numero di solidali coetanee, ha una gran voglia di mettersi in gioco professionalmente. E se nella nostra vita di coppia non intravediamo ostacoli e non subiamo ricatti volti a inibire la nostra voglia di realizzazione, è spesso all’interno del mondo del lavoro che vediamo riaffiorare atteggiamenti figli di una natura ancora troppo spesso patriarcale o (bene che vada) paternalista. Insomma, quello che mi sento di dire è che per me più di una moglie ci vorrebbero modelli, storie professionali di donne, dirigenti o professioniste appassionate, che raccontandosi diventano faro, riferimento e rappresentanza di quella forma di realizzazione e dignità che scaturisce proprio dal nostro lavoro. Grazie ancora per questo momento di confronto e continui a raccontare storie, ne abbiamo un gran bisogno!”