La rivista Officelayout, il punto di riferimento per la progettazione, arredo e gestione dello spazio ufficio, dedica un ‘primo piano’ alla presentazione di ‘Ci vorrebbe una moglie’. Al link www.este.it/documenti/OL_Lupi.pdf trovate l’articolo.
Ringrazio il suo direttore, Grazia Gargiulo, per l’attenzione che ha riservato a un tema che ci riguarda tutti. Perché le donne in ‘ufficio’ ci devono e ci vogliono andare. Bene dunque allargare lo sguardo e spostare la riflessione anche in ambiti meno convenzionali.
Dopo due anni di incarico presso il dipartimento di Stato Americano, Anne-Marie Slaughter dichiara di essere stata costretta a tornare all’insegnamento universitario, non perché non amasse il suo lavoro o fosse stufa della politica, ma perché le era impossibile destreggiare la sua carica con le esigenze dei due figli teenager. Leggo la notizia sul Corriere della Sera del 23 giugno. Tre giorni dopo la presentazione del mio libro Ci vorrebbe una moglie.
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Giorgio Squinzi, che ho intervistato per la nostra rivista Sviluppo&Organizzazione poco prima che venisse eletto alla presidenza di Confindustria, ha nominato una donna, Marcella Panucci, alla direzione generale. E’ la prima volta che una donna ricopre quel ruolo. Finalmente. A chi dovesse ribattere che l’importante e’ che sia competente, faccio notare che quando viene nominato un uomo nessuno si fa la domanda.
Secondo una ricerca di Korn/Ferry su donne manager e maternità, circa il 45% delle donne dirigenti d’azienda è convinta che avere figli abbia ostacolato “abbastanza” le prospettive di crescita della carriera. Un altro 8% ritiene che la maternità abbia in “grande misura” limitato la carriera. Sempre secondo il sondaggio e come ulteriore prova della sfida, il 29% delle donne intervistate hanno rinviato (19%) o hanno deciso di non avere figli (10%) per le loro carriere.