Edoardo Segantini pubblica sul blog del Corriere della Sera ‘La ventisettesima ora’ un post dedicato alle mie riflessioni sul lavoro femminile. Trovate l’articolo al link: http://27esimaora.corriere.it/articolo/in-bilico-tra-carriera-e-figliperche-non-troviamo-una-risposta/#more-5413.
Le donne in bilico tra carriera e famiglia non trovano risposte perché non ci sono, non esiste un equilibrio ma un continuo gioco di sopravvivenza le cui regole sono oscure e differenti per ognuno. Tra i commenti dei lettori mi ha colpito chi scrive che non condannerebbe una donna che decide di stare a casa per star dietro ai figli. Ci mancherebbe! Il punto è che, premesso che il lavoro ci sia (questo è il vero dramma dei nostri tempi), cercare di mantenerlo e allo stesso tempo fare la moglie, e soprattutto la madre, può rivelarsi un’impresa meravigliosamente complicata. E se, come commenta un altro lettore, non c’è una regola che dice che tutto deve essere portato avanti per forza, come mai a ‘scalare le marce’ sono sempre le donne? E poi, perché bisogna sempre ragionare in termini di rinuncia? Non è davvero pensabile impostare relazioni familiari in cui le responsabilità siano davvero condivise?
Ogni 1000 matrimoni si registrano 297 separazioni e 181 divorzi. Un bel problema per un Paese cattolico. E poi la famiglia e’ garanzia di ordine sociale. Se lasciar fare alle frecce di cupido porta effetti devastanti meglio giocare d’anticipo e fare un salto indietro nei bei vecchi tempi. Che siano mamma e papa’ a scegliere, vista la provata incapacita’ delle nuove generazioni a costruire legami stabili. L’autorevole autore della proposta pero’ ha scordato un dettaglio sostanziale per l’attuazione della salvifica proposta. Nella famiglia del terzo millennio i papà e le mamme sono già più di due, la famiglia allargata ha preso piede alla grande. Un piccolo esercito di nonne, zii, cugini e parenti acquisiti vari. Come faranno a mettersi d’accordo?
Le giovani ricercatrici nel nostro Paese sono poche; ovvio che poi ai posti di comando non ci siano. Non e’ che si possono materializzare dal nulla. Se neanche partono difficilmente potranno arrivare. Le donne sono il 33% dei ricercatori, il 19% dei professori ordinari su 79 rettori solo 5 sono donne. Peccato, perché anche Umberto Veronesi riconosce che le donne dovendo combattere contro discriminazioni e stereotipi dimostrano costanza e impegno molto forti. Ma molte sono ancora costrette a scegliere tra lavoro e carriera, e quindi rinunciano a portare avanti la loro professione. I servizi non ci sono, difficile pensare alla famiglia, a dei figli.
“Non basta essere genitori per istinto, per scelta, per amore. Il vero lavoro inizia dopo” leggo in un articolo a commento dell’iniziativa promossa da David Cameron a sostegno dei genitori, che Oltremanica ha scatenato pareri opposti. Credo ci siano analogie tra l’essere genitori e l’essere leader. In entrambi i casi bisogna essere capaci di far crescere le persone sapendo individuare e valorizzare le capacità.
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