Tag: lavoro

Mariachiara Novati ha organizzato nella giornata di ieri il terzo congresso nazionale Macse, l’associazione che ha fondato e che riunisce un network di assistenti di direzione. Ho partecipato ai lavori del pomeriggio insieme con Maurizio Bottari, Amministratore delegato di Ambire, società di consulenza specializzata nell’area delle risorse umane, Lucia Fracassi, membro della fondazione Bellisario e Gianna Detoni, Managing Director di Panta Ray.

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Il lavoro e la vita vera

Laura Pausini aspetta un bimbo e annulla – comprensibilmente – tutti i concerti in programma. Una foto la ritrae con un filo di pancia e un viso che trasmette una serenità interiore che la gravidanza e credo pochi altri eventi riescono a infondere in una donna. La cantante italiana più famosa al mondo si allontanerà, per un po’, dai milioni di fan per dedicarsi a quel meraviglioso progetto che è dar vita a una nuova vita.

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I manager pensano?

L’editore Guerini mi fa trovare gentilmente in anteprima sulla scrivania il libro di Paolo Iacci che verra’ presentato martedì 18 settembre a Milano presso la sede di Gi Group. Già il titolo mi piace: Breviario semiserio per manager pensanti. Anche questo blog raccoglie riflessioni semiserie. L’uso dello stesso aggettivo mi fa sentire vicina all’autore.

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Le storie che rincuorano

Crolla il tasso di occupazione tra gli under 35, negli ultimi cinque anni sono diminuiti di 1,5 milioni. I dati che riporta il Corriere della Sera impongono una riflessione: nel secondo trimestre di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2007, i giovani occupati tra i 15 e i 43 anni sono passati da 7 milioni 333mila a 5 milioni 876mila. Meno 19,9%. Cosa fare? I giovani se non vogliono perdere le speranze devono investire nella loro formazione. E qui emerge un altro problema,  perché l’investimento presuppone una disponibilità economica, di cui genitori dei nostri ragazzi potrebbero non disporre. La vita media – e questa non è certamente una cattiva notizia – si è allungata e le ricchezze si trasferiscono sempre più tardi da una generazione all’altra. Questo significa che il giovane laureato, se vuole fare un master, deve fare un doppio salto, scavalcare il papà e sperare nella comprensione dei nonni. Che non è detto avvertano la necessità dell’investimento in questione, mettendo a rischio l’impiegabilità delle generazioni future. Se poi il giovane è anche donna, sappiamo bene che tutto si complica. Uno dei recenti post  pubblicati su questo blog è un vero e proprio grido di dolore. Malouine scrive che non riesce nemmeno a concepire l’idea di fare un figlio. Ha 34 anni, se non può pensarci ora, quando? Non sono io a poter proporre soluzioni, ma da un paio d’anni ho voluto dar spazio ai giovani sulla rivista 

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