Edoardo Segantini pubblica sul blog del Corriere della Sera ‘La ventisettesima ora’ un post dedicato alle mie riflessioni sul lavoro femminile. Trovate l’articolo al link: http://27esimaora.corriere.it/articolo/in-bilico-tra-carriera-e-figliperche-non-troviamo-una-risposta/#more-5413.
Le donne in bilico tra carriera e famiglia non trovano risposte perché non ci sono, non esiste un equilibrio ma un continuo gioco di sopravvivenza le cui regole sono oscure e differenti per ognuno. Tra i commenti dei lettori mi ha colpito chi scrive che non condannerebbe una donna che decide di stare a casa per star dietro ai figli. Ci mancherebbe! Il punto è che, premesso che il lavoro ci sia (questo è il vero dramma dei nostri tempi), cercare di mantenerlo e allo stesso tempo fare la moglie, e soprattutto la madre, può rivelarsi un’impresa meravigliosamente complicata. E se, come commenta un altro lettore, non c’è una regola che dice che tutto deve essere portato avanti per forza, come mai a ‘scalare le marce’ sono sempre le donne? E poi, perché bisogna sempre ragionare in termini di rinuncia? Non è davvero pensabile impostare relazioni familiari in cui le responsabilità siano davvero condivise?
Scrive Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia alla Camera, sul numero 30 del settimanale Oggi dove condivide con Michelle Hunziker la rubrica ‘Doppia Difesa’, in risposta al messaggio di una lettrice: “Per una donna che voglia almeno tentare di coniugare lavoro e famiglia è fondamentale avere accanto qualcuno disposto a dividere non solo le gioie ma anche le fatiche che i figli portano con sé e che sia capace di vivere il supporto alla carriera della sua compagna non come una concessione ma come il giusto riconoscimento alla sua individualità. Una equa distribuzione delle incombenze all’interno del nucleo familiare è insomma a mio avviso il primo, imprescindibile passo: le consiglio di partire da lì, dalla scelta di qualcuno che la ami e la rispetti al punto da capire i suoi desideri e da aiutarla a non dover scegliere. E le segnalo un libro uscito da poco, si intitola Ci vorrebbe una moglie…”.
Il 9 ottobre a Padova parleremo di imprese familiari. Mi confronto a distanza con un relatore che si trova negli Stati Uniti. Ci scambiamo una telefonata e qualche mail per condividere il tema e commentiamo il fatto che l’imprenditorialità deve coniugarsi con la managerialità e questo, quando ci sono affetti di mezzo è il punto più delicato.
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Non credo sia solo perché ho figli che vanno a scuola che i miei ritmi sono scanditi dal calendario scolastico. Fatto sta che per me il nuovo anno non comincia il 1° gennaio ma il 1° settembre. E’ a settembre che tutto ricomincia. I tre mesi di vacanza dalla scuola portano con sé un generale ‘rallentamento’ del ritmo. La centrifuga del quotidiano sembra girare un po’ più lentamente, ci si concedono cose ardite, tipo far colazione con tuo figlio al bar alla mattina.
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