La donna lavora tutto il giorno, arriva a casa la sera stanca morta e invece di farsi una doccia, non trova niente di meglio da fare che dare una sistematina al guardaroba. Dopodiché, oltre che stanca, è anche furibonda. Pronta per inveire contro il marito, non appena si materializza sulla porta di casa.
Queste e altre considerazioni sono state oggetto di una chiacchierata fatta con una donna che concilia la posizione manageriale con la famiglia e tre figli. La domanda che sorge spontanea è: “Come si riesce a fare tutto?”.
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Crisi – Sostantivo femminile. Già. Ma se volessimo dare una connotazione di genere alla crisi finanziaria che sta scuotendo il nostro pianeta, qualche riflessione sarebbe d’obbligo. Partiamo dalla più banale e prevedibile delle domande (per queste pagine, almeno). Se alla guida delle banche d’affari ci fossero state delle donne, il mondo starebbe ugualmente attraversando le tempeste finanziarie di questi ultimi mesi? Non sta certo a me dare una risposta. Mi limito però a raccogliere delle opinioni. Bene, pare proprio che se al posto di Mr. Fuld ci fosse stata seduta una Mrs. Fuld, ecco, forse le cose sarebbero andate diversamente.
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Come si diventa bravi manager? Il tema ha ispirato una letteratura fiorentissima. Ma in queste poche righe vorrei lasciar da parte quanto scritto da altri e partire dall’esperienza di chi, come me, oltre a svolgere un ruolo manageriale, è anche mamma. Sì perché, oggi, fare la mamma presuppone qualità e doti del tutto simili a chi ricopre ruoli di responsabilità all’interno di un’organizzazione. Veniamo ai fatti. Lo sapete che per organizzare le attività scolastiche ed extrascolastiche di un ragazzino bisogna possedere abilità di pianificazione che rasentano la perfezione?
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Cresce il fenomeno dell’e-recruiting, cioè la ricerca sul web dei candidati. Ma gli head hunter, oltre a cercare il candidato, il professionista, cercano la ‘persona’ che acquista valore anche in base alle relazioni che emergono dal web. Per questo è necessario curare l’online reputation. Siamo quello che siamo e le nostre relazioni fanno parte del ‘valore’ che portiamo con noi. Si parla di lifelong learning, che viaggia in parallelo con il lifelong working, dico io.
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