Federica scrive: “Ciao ho 38 anni e da 12 lavoro nelle risorse umane di una società del gruppo Fiat Industrial… da dirigente… abbastanza disperata… nonché neo mamma di Giorgio che ha 9 mesi. Ho letto con molta attenzione alcuni dei tuoi articoli, con interesse e ahimé con un po di tristezza… ma una tristezza ‘costruttiva’ direi di quelle che ti spingono al cambiamento, che ti rendono consapevole, come giustamente scrivi, che quel work – life – balance tanto decantato e cercato come una chimera, forse non esiste davvero… A volte però in questa continua ricerca ci sentiamo un po sole e ci sembra di essere le uniche a cercare; e invece leggere il tuo sito mi ha aiutato a fermarmi un attimo, respirare e finalmente pensare davvero a cosa sto cercando! Grazie”.
Riporto l’articolo pubblicato ieri dalla Provincia, quotidiano di Cremona. L’obiettivo del libro e’ riflettere insieme con gli uomini. E questo testo e’ stato scritto da Fulvio Stumpo, che ringrazio, anche per aver voluto stimolare qualche interrogativo. “Ma io, sono cosi?”, si chiede Fulvio…
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Ricevo questa mail che mi fa piacere condividere.
“Ci tengo a ringraziarla per la bella opportunità offerta tramite il blog di condividere impressioni e punti di vista che orbitano intorno all’universo professionale femminile. Ora che nella mia libreria -lasciato volutamente in evidenza- troneggia il suo ultimo libro, mi capita sovente di intraprendere appassionate conversazioni ‘di genere’ con le mie caparbie e pasionarie amiche. La mia esperienza non è propriamente quella di una ‘dirigente disperata’ ma piuttosto quella di una ‘trentenne affannata’ che, insieme a un copioso numero di solidali coetanee, ha una gran voglia di mettersi in gioco professionalmente. E se nella nostra vita di coppia non intravediamo ostacoli e non subiamo ricatti volti a inibire la nostra voglia di realizzazione, è spesso all’interno del mondo del lavoro che vediamo riaffiorare atteggiamenti figli di una natura ancora troppo spesso patriarcale o (bene che vada) paternalista. Insomma, quello che mi sento di dire è che per me più di una moglie ci vorrebbero modelli, storie professionali di donne, dirigenti o professioniste appassionate, che raccontandosi diventano faro, riferimento e rappresentanza di quella forma di realizzazione e dignità che scaturisce proprio dal nostro lavoro. Grazie ancora per questo momento di confronto e continui a raccontare storie, ne abbiamo un gran bisogno!”
La rivista Officelayout, il punto di riferimento per la progettazione, arredo e gestione dello spazio ufficio, dedica un ‘primo piano’ alla presentazione di ‘Ci vorrebbe una moglie’. Al link www.este.it/documenti/OL_Lupi.pdf trovate l’articolo.
Ringrazio il suo direttore, Grazia Gargiulo, per l’attenzione che ha riservato a un tema che ci riguarda tutti. Perché le donne in ‘ufficio’ ci devono e ci vogliono andare. Bene dunque allargare lo sguardo e spostare la riflessione anche in ambiti meno convenzionali.