Già, il senso. Ha senso raccontare da dove vengo per capire l’atteggiamento verso la vita, il lavoro, le relazioni. Mio padre, già quarant’anni fa mi ripeteva che i confini non hanno senso, che il mondo è grande, che le opportunità bisogna andarsele a cercare. Mi diceva anche dovevo sempre pormi in una situazione di vantaggio, che dovevo poter essere libera di scegliere. Ma che per farlo avrei dovuto studiare, lavorare tanto. Lui voleva un figlio maschio, mi diceva sempre che se fosse nato un maschio l’avrebbe chiamato Paolo.
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Ore 8,35: rispondo alla prima mail del mattino
uongiorno, ho ricevuto il materiale.
Le manderò una bozza prima possibile. Forse già domani.
La contatterò se avrò bisogno di altre info.
Grazie Chiara
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L’azienda ‘al femminile’
Raccogliere le sfide del mercato e costruire un percorso imprenditoriale. Questo il sogno, realizzato, di Nadia Peviani. Diventata dirigente molto giovane, ha imparato presto a confrontarsi con l’universo azienda. Un mondo, ci spiega, in cui le donne non sono percepite come cervelli strategici. Perché, troppo spesso, si abbandonano all’emotività quando invece, si sa, è la razionalità che governa il business. E allora Nadia cosa fa? Crea la sua azienda fondata sui valori in cui crede, in cui gli stretti formalismi aziendali hanno lasciato il posto a dinamiche più fluide, ma non per questo meno efficaci. Il risultato si chiama Temas, un’affermata attività nel settore della consulenza regolatoria nell’area farmaceutica e della salute. Ci racconta il percorso che ha compiuto e, dopo avere realizzato il modello di azienda al femminile ora, all’età di 56 anni, si è sposata.
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Nell’elenco dei miei personalissimi piaceri ce n’è uno che sta in cima alla classifica: svegliarsi e rimanere a letto a leggere, avendo la certezza che nessuno ti parla, ti chiede qualcosa, reclama qualcos’altro. Senza che suoni il telefono. Chi minimamente mi conosce può immaginare che l’evento sia piuttosto raro. Ma può raggiungere, in qualche caso, livelli di estasi. Quando sono al mare, ad esempio.
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