Sul blog dedicato a economia e lavoro L’arte di lavorare trovate una lucida analisi di tutto ciò che la nostra classe politica poteva fare e non ha fatto. Errori, occasioni sprecate, opportunità mancate. E una riflessione sul futuro. Come scegliere i prossimi rappresentanti? C’è bisogno di persone competenti, che sanno fare il loro lavoro e di cui è possibile misurare i risultati. Persone capaci, indipendentemente dal genere. Potremmo ripartire da qui.
Con un minimo di prospettiva storica, possiamo osservare come le cose sono cambiate. Non sono poi tanto lontani i tempi in cui il mondo del lavoro –il mondo che sta fuori di casa– era esclusivamente maschile. Ma allo stesso tempo, guardando al presente e al domani, è evidente un fatto: le organizzazioni funzionano in base a modelli maschili, in base a regole stabilite da un solo sesso. Questa situazione è, evidentemente, fonte di problemi. Penalizza le persone che lavorano e penalizza le organizzazioni: il non tener conto appieno di un punto di vista è rinuncia a una ricchezza, è perdita secca per tutti. Consapevolmente parlo di sesso, così come un tempo si intendeva quando nel mondo della scuola si parlava di classi miste, classi che accolgono, con parità di diritti e di doveri, studenti di ambo i sessi. Parlo di sesso e non di genere.
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Già, il senso. Ha senso raccontare da dove vengo per capire l’atteggiamento verso la vita, il lavoro, le relazioni. Mio padre, già quarant’anni fa mi ripeteva che i confini non hanno senso, che il mondo è grande, che le opportunità bisogna andarsele a cercare. Mi diceva anche dovevo sempre pormi in una situazione di vantaggio, che dovevo poter essere libera di scegliere. Ma che per farlo avrei dovuto studiare, lavorare tanto. Lui voleva un figlio maschio, mi diceva sempre che se fosse nato un maschio l’avrebbe chiamato Paolo.
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