Bella domanda. Scrivo queste righe il giorno della festa della mamma e siccome i miei figli non si sognano più da tempo di venirmi a salutare al mattino per festeggiarmi (succedeva ai tempi dell’asilo, quando mostravano la loro gratitudine portando a casa lavoretti improbabili che ero costretta a esporre per qualche tempo) mi pongo qualche quesito sull’attenzione, non già dei miei figli verso di me, ma delle istituzioni italiane verso le mamme. Quelle che lavorano, e quelle che no.
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“Figli: una donna su tre non ritorna al lavoro”, “Culla e ufficio in conflitto”, “Mamme manager: rientro difficile in un caso su due”. Questi sono solo alcuni dei titoli comparsi recentemente sui nostri quotidiani. L’argomento viene trattato con assiduità; significa che non è più rimandabile. Quando andavamo a scuola, a fine anno, ci scattavano la foto di classe. Ora che siamo cresciuti, è l’Istat che ogni anno fotografa come siamo diventati. E, nella foto di quest’anno, i sorrisi sembrano un po’ sfocati.
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