di Valentina Paternoster
Un libro diviso in due – un po’ come la vita delle donne del XXI secolo – che apre tante questioni
Titolo molto accattivante. Ma le donne sono davvero manager disperate?
E’ giusto partire dal titolo. Perché incarna lo spirito con il quale ho voluto affrontare un tema molto serio. Le donne che devono conciliare un percorso professionale o imprenditoriale con gli impegni familiari sono in difficoltà. L’importante però è evitare di piangersi addosso e affrontare i problemi con uno spirito un po’ scanzonato. Del resto questo è uno dei difetti di noi donne…ci prendiamo troppo sul serio, siamo malate di perfezionismo, piene di sensi di colpa. Un po’ di leggerezza non guasta.
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Intervista a Chiara Lupi
Lei cura una rubrica sulla rivistaPersone&Conoscenze intitolata “La sindrome di Bree”, che prende spunto da un personaggio di Casalinghe disperate. Detto altrimenti, perfezionismo ed efficienza: quando queste caratteristiche sono risorse e quando un limite?
La ricerca della perfezione, intesa come attenzione minuziosa per ottenere il miglior risultato, è un valore. La differenza la fanno spesso i dettagli e porre la massima cura in quel che facciamo direi che è un dovere, indipendentemente dal genere. Spesso però le donne pretendono troppo da se stesse e applicano il medesimo rigore scientifico a tutta la sfera delle loro attività, lavorativa e non.
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