Domani a Bologna, al convegno organizzato dalla nostra casa editrice, parleremo di BenEssere. Chi si occupa di persone è chiamato a creare le condizioni perché le persone possano esprimere il meglio di sé. Dallo sviluppo della persona, alla progettazione di spazi che favoriscono le relazioni, al lavoro per raggiungere equilibrio con se stessi e con gli altri. Perché, di questi tempi, essere ‘disperati’ in ufficio non aiuta.
“Non basta essere genitori per istinto, per scelta, per amore. Il vero lavoro inizia dopo” leggo in un articolo a commento dell’iniziativa promossa da David Cameron a sostegno dei genitori, che Oltremanica ha scatenato pareri opposti. Credo ci siano analogie tra l’essere genitori e l’essere leader. In entrambi i casi bisogna essere capaci di far crescere le persone sapendo individuare e valorizzare le capacità.
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La passione per le persone
Per essere veloci, più competitivi e dare al mercato le risposte che chiede, è necessario che gli obiettivi aziendali siano chiaramente condivisi attraverso momenti formativi. Fondamentali anche per diffondere i valori aziendali, creare una comune identità ed evitare il disallineamento tra i valori aziendali e i comportamenti delle persone. Ma oggi, cosa chiedono le aziende ai formatori? Che caratteristiche deve avere il formatore ideale? E in uno scenario in cui le richieste delle aziende aumentano sempre di più, le donne come conciliano? Lo abbiamo chiesto a Natascia Mondaini, Training, Development & Internal Communication Manager di Technogym.
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Nell’elenco dei miei personalissimi piaceri ce n’è uno che sta in cima alla classifica: svegliarsi e rimanere a letto a leggere, avendo la certezza che nessuno ti parla, ti chiede qualcosa, reclama qualcos’altro. Senza che suoni il telefono. Chi minimamente mi conosce può immaginare che l’evento sia piuttosto raro. Ma può raggiungere, in qualche caso, livelli di estasi. Quando sono al mare, ad esempio.
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