Dopo due anni di incarico presso il dipartimento di Stato Americano, Anne-Marie Slaughter dichiara di essere stata costretta a tornare all’insegnamento universitario, non perché non amasse il suo lavoro o fosse stufa della politica, ma perché le era impossibile destreggiare la sua carica con le esigenze dei due figli teenager. Leggo la notizia sul Corriere della Sera del 23 giugno. Tre giorni dopo la presentazione del mio libro Ci vorrebbe una moglie.
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Come le donne rifaranno l’Italia
La narrazione del patriarcato non funziona più. Doesn’t work. Non si trova una sola donna, ma non ci sono nemmeno troppi uomini disposti a credere che il mondo gira soltanto se uno dei due sessi si mette al centro, nella parte dell’Assolutom tenendo l’altro fuori e sotto il tallone. Questa, semmai, è la malattia da cui il mondo chiede di guarire.
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La donna lavora tutto il giorno, arriva a casa la sera stanca morta e invece di farsi una doccia, non trova niente di meglio da fare che dare una sistematina al guardaroba. Dopodiché, oltre che stanca, è anche furibonda. Pronta per inveire contro il marito, non appena si materializza sulla porta di casa.
Queste e altre considerazioni sono state oggetto di una chiacchierata fatta con una donna che concilia la posizione manageriale con la famiglia e tre figli. La domanda che sorge spontanea è: “Come si riesce a fare tutto?”.
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