Dovremmo ragionare di più sulle parole. E sul loro senso. La crisi che ci ha travolti ha impoverito anche il nostro linguaggio. Non ce n’era bisogno. Ma alla crisi economica corrisponde una drammatica decadenza lessicale. Che raggiunge livelli drammatici nella comunicazione scritta. Gli SMS hanno impoverito la nostra comunicazione: le inoffensive vocali sono sparite, le parole sono violentate da ‘k’ senza senso, la punteggiatura, cosa dire… pleonastica.
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Di Serena Poerio
Le donne, secondo Chiara Lupi, autrice di un libro che tratta il tema di un management femminile alla deriva, sono costantemente divise tra lavoro e famiglia, alla ricerca di un punto di equilibrio tra vita professionale e privata.
Il testo non vuole essere un manuale di vita, piuttosto un messaggio per vivere in armonia il proprio status di donna, moglie, mamma e manager.
L’obiettivo del libro è quello di proporre percorsi possibili, raccontando storie da cui prendere esempio e spunto.
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di Norman di Lieto
1) Dott.ssa Lupi, in Italia è davvero così complicato conciliare l’attività professionale con quella di mamma ?
Il problema della conciliazione rimanda a un equivoco di fondo, irrisolto, del nostro Paese. In Italia tutto ciò che riguarda i servizi all’infanzia viene considerato un aiuto per la donna che lavora. In realtà questi servizi non devono essere percepiti come aiuti alle donne ma alle famiglie, questo il problema. Perché la cura dei figli deve ricadere sotto la responsabilità delle famiglie, non solo delle madri. Mentre invece ricorre il pensiero che le madri vadano aiutate. Certo che hanno bisogno d’aiuto, ma è necessario cambiare logica: servono politiche che sostengano il nucleo familiare.
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Intervista a Chiara Lupi
Lei cura una rubrica sulla rivistaPersone&Conoscenze intitolata “La sindrome di Bree”, che prende spunto da un personaggio di Casalinghe disperate. Detto altrimenti, perfezionismo ed efficienza: quando queste caratteristiche sono risorse e quando un limite?
La ricerca della perfezione, intesa come attenzione minuziosa per ottenere il miglior risultato, è un valore. La differenza la fanno spesso i dettagli e porre la massima cura in quel che facciamo direi che è un dovere, indipendentemente dal genere. Spesso però le donne pretendono troppo da se stesse e applicano il medesimo rigore scientifico a tutta la sfera delle loro attività, lavorativa e non.
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