Parliamo del tempo. Di quello che non c’è. Delle ore che ci mancano per tenere tutto insieme come vorremmo.
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Oggi ricominciano le scuole. Mio figlio Giovanni (anni 15 seconda liceo) mi telefona già alle 8.20 e tuona: “Mamma, stamattina la scuola inizia alle 9.30, mi hai fatto uscire di casa un’ora prima!”. Replico “Quando abbiamo chiamato per chiedere informazioni – era fine agosto e il pargolo voleva rientrare a Milano qualche ora prima dell’inizio delle lezioni, non oltre, che la città non gli piace – ci hanno dato questo orario, evidentemente poi hanno spostato di un’ora. Ma poi, a scuola vai tu, non sei tu che ti devi informare?”. “D’accordo – replica – ma se tu mi dai un’informazione do per scontato che sia corretta”. Cominciamo bene, non è ancora suonata la campanella e lo stress è già a livelli di guardia.
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È un problema di cultura
Flessibilità, conciliazione, supporto tecnologico. Il tema non ha una soluzione uguale per tutti. Ogni azienda è diversa e ogni organizzazione adotta i propri modelli. Certo, quando si parla di flessibilità, è necessaria, come ci spiega Costanza Amodeo di Engineering Ingegneria Informatica, una buona dose di cultura.
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‘Carriera? È più importante la famiglia’
Se il direttore del settimanale femminile che riporta l’articolo fossi io quel titolo non sarebbe uscito. È ora di dire basta a messaggi che, seppur provocatori, ci portano a ragionare in termini di separazione. O una cosa, o l’altra. Nel caso specifico, o la famiglia o la carriera. Tutte e due in natura non esistono. Vuoi una famiglia felice e dei bambini che crescono sani e vanno bene a scuola? Fai come Sheryl Sandberg, numero due di Facebook che tutti i giorni lascia l’ufficio alle 17.30.
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