È un problema di cultura
Flessibilità, conciliazione, supporto tecnologico. Il tema non ha una soluzione uguale per tutti. Ogni azienda è diversa e ogni organizzazione adotta i propri modelli. Certo, quando si parla di flessibilità, è necessaria, come ci spiega Costanza Amodeo di Engineering Ingegneria Informatica, una buona dose di cultura.
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Il valore della conoscenza condivisa
Fiorina Facchinetti Berti, nell’ambito della World Computer Conference che si è tenuta a Milano nel settembre2008, haportato la sua testimonianza di donna che è riuscita, con le sue sole forze, a creare un’azienda, Faber System, che ha focalizzato il proprio business nella gestione documentale. Un’azienda dal Dna tecnologico, dunque. Con lei abbiamo indagato la motivazione della scarsa rappresentanza femminile nei ruoli chiave. E visto che è madre di due figli ormai grandi, le abbiamo chiesto come ha conciliato l’essere madre con le responsabilità che un percorso imprenditoriale porta con sé.
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Guardarsi dentro. Con onestà
Cristina Storer è una donna che ama i percorsi in salita. Una che non si accontenta e che ama le sfide. Quelle difficili, quelle considerate impossibili per la maggior parte di noi. In famiglia affronta il difficile percorso dell’adozione. Per ben due volte. E per seguire i suoi due bimbi decide di lasciare la dirigenza, ma bastano pochi giorni tra le mura domestiche per farla tornare sui suoi passi da manager. I suoi figli nel frattempo sono cresciuti e oggi la troviamo a capo del Commercial Programs dell’area Software per l’Emea in Rockwell Automation.
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Pari merito. Meglio delle pari opportunità
Non abbandonare le proprie aspirazioni professionali ed evitare le scelte di comodo. Questo il messaggio di Isabella Covili, imprenditrice di successo. In questa intervista ci racconta come è necessario che si faccia strada un diverso approccio nei confronti della famiglia, la cui gestione e cura non deve più ricadere solo ed esclusivamente sulle madri. Le donne si trovano spesso ad accettare posizioni che richiedono un minore impegno, come il part-time, illudendosi di aver compiuto una scelta. Dettata invece da un’organizzazione sociale che avrà necessariamente ripercussioni anche sulla nostra economia. Perché rinunciare alle donne significa rinunciare a risorse di talento.
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