Già, il senso. Ha senso raccontare da dove vengo per capire l’atteggiamento verso la vita, il lavoro, le relazioni. Mio padre, già quarant’anni fa mi ripeteva che i confini non hanno senso, che il mondo è grande, che le opportunità bisogna andarsele a cercare. Mi diceva anche dovevo sempre pormi in una situazione di vantaggio, che dovevo poter essere libera di scegliere. Ma che per farlo avrei dovuto studiare, lavorare tanto. Lui voleva un figlio maschio, mi diceva sempre che se fosse nato un maschio l’avrebbe chiamato Paolo.
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Anche delegare è un’arte. Bisogna avere capacità e personalità per individuare persone a cui affidare compiti di responsabilità. Proprio questo è il dilemma delle donne che devono dividersi tra le fatiche di manager e quelle di moglie, mamma, figlia eccetera.
Chiara Lupi, autrice di Dirigenti Disperate, descrive in prima persona la frenetica attività di quell’universo rosa “costretto” a misurarsi tra famiglia e lavoro e ossessionato dalla mania di perfezionismo o sindrome di Bree, dal nome della protagonista perfezionista di Desperate housewives. «Ci prendiamo tremendamente sul serio scrive la Lupi nell’introduzione ricerchiamo disperatamente la perfezione con il rischio di vivere male sia la dimensione professionale, sia quella privata».
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Il difficile equilibrio tra vita privata e vita professionale delle donne, in Italia
Perché in Italia solo il 46% della popolazione femminile lavora stabilmente? Perché le donne che rivestono cariche dirigenziali nelle aziende italiane sono ancora una minoranza? Quali prospettive per la conciliazione famiglia – lavoro nel nostro Paese? Quali gli strumenti, sociali e istituzionali a sostegno delle donne che lavorano?
Su questi e altri temi di grande importanza e attualità si interroga Chiara Lupi, Direttore Editoriale della casa editrice ‘Este’ e Direttore Responsabile della rivista ‘Sistemi & Imprese’ nonché madre di due figli e, da anni, attenta osservatrice delle dinamiche relative a organizzazione aziendale e risorse umane.
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Intervista a Chiara Lupi
Lei cura una rubrica sulla rivistaPersone&Conoscenze intitolata “La sindrome di Bree”, che prende spunto da un personaggio di Casalinghe disperate. Detto altrimenti, perfezionismo ed efficienza: quando queste caratteristiche sono risorse e quando un limite?
La ricerca della perfezione, intesa come attenzione minuziosa per ottenere il miglior risultato, è un valore. La differenza la fanno spesso i dettagli e porre la massima cura in quel che facciamo direi che è un dovere, indipendentemente dal genere. Spesso però le donne pretendono troppo da se stesse e applicano il medesimo rigore scientifico a tutta la sfera delle loro attività, lavorativa e non.
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